DEMOLISCI
LA TUA STUPIDITA'
Pubblicato il 20 aprile 2025
PRESENTAZIONE
Ho analizzato 77 cause della stupidità.
Ho descritto 129 esempi di stupidità con storie vere, aneddoti e favole.
Ho proposto 46 strategie per neutralizzare la stupidità propria e quella degli altri.
Ho risposto a 43 domande emerse nelle mie conversazioni con amici, colleghi, studenti e pazienti.
“Demolisci la tua stupidità”. Anche a Socrate sarebbe piaciuto questo titolo perché avrebbe descritto bene la sua opera di demolizione della presunzione di sapere, aiutando i suoi interlocutori a essere autentici e veramente intelligenti, producendo pensieri originali e validi.
Ma questo titolo a molti di noi non piace molto perché implica un impegno che ci costa vigilanza e fatica. Non ci piace, perché è aspro, destabilizzante, scomodo, fastidioso. Non ci piace essere costantemente vigili verso la nostra stupidità. Non ci piace conoscere la lunga lista dei nostri difetti e impegnarci a correggerli.
Questo libro racconta la lunga lista dei nostri difetti.
Ci invita a guardarci allo specchio. Non quello “Specchio delle mie brame, chi è il più bello del reame”. Ma ci stimola a usare lo specchio realistico delle nostre lacune e limiti.
Ci vuole coraggio a riconoscere la nostra inevitabile povertà, fragilità e miseria.
Freud diceva che nessuno di noi crede veramente alla propria morte. Nessuno la prende sul serio. Quando parliamo di morte pensiamo sempre a quella degli altri e mai alla nostra. Allo stesso modo, quando si parla di stupidità si intende sempre quella degli altri e non si riflette quasi mai sulla propria.
Questo libro non parla della stupidità degli altri, ma della propria.
Ci vuole coraggio e onestà a riconoscerla in noi stessi e a trovare strategie per rimediarvi.
Buon lavoro.
Chi riduce la propria stupidità accresce l'intelligenza dell'umanità.
INTRODUZIONE
Non voglio puntare il dito sulla stupidità degli altri. Sarebbe troppo facile.
Voglio invece indagare la mia stupidità.
Chi mi vuole seguire nella conoscenza di sé stessi?
Pochi.
Mi bastano.
Cominciamo.
Mi sono capitate tante disgrazie e guai.
Mi sono spesso chiesto: perché?
Mi sono risposto: forse perché sono stupido?
Per questo ho cominciato a studiare la stupidità, non per vederla negli altri. Quella la vedo abbastanza bene.
Ma per vederla in me stesso.
Questo libro racconta il percorso all'interno della mia stupidità, per individuarla, contenerla, neutralizzarla.
Ci sono riuscito?
Mi sembra di sì?
Come faccio a dirlo?
Perché riesco facilmente a capire quando mi comporto da stupido.
Tale consapevolezza mi ha anche aiutato a vedere da lontano la stupidità degli altri.
Cioè, con una fava ho preso due piccioni. Non è necessario essere molto intelligenti per individuare gli stupidi.
Basta non essere stupidi.
L'obiettivo di questo libro è quello di aiutarti a non essere stupidi.
Ti sembra facile raggiungerlo?
Se rispondi “Sì” o “Forse sì”, allora è molto probabile che tu stia peccando di ingenuità e di presunzione.
Non essere stupidi è molto difficile. Primo, perché è difficile rendersi conto di essere stupido. Secondo, se ci si accorge di essere stupidi, si passa subito all'attacco e si accusano gli altri della propria stupidità. Se gli altri rimandano indietro la proiezione e sottolineano la nostra stupidità è facile non vederla assumendo il ruolo di “vittima” affermando: “Tutti sono contro di me. Ma che cosa ho fatto?”. In breve, è difficile accorgersi di essere stupidi.
Ma è ancora più difficile demolire la propria stupidità. Non salgo in cattedra a dare dello “stupido” agli altri. No. È troppo facile. Desidero impegnarmi a bacchettarmi da solo quando mi rendo conto di essere stato stupido.
La maggior parte del libro è dedicato al percorso di demolizione della nostra stupidità e alle strategie più adeguate a diventare meno stupidi.
Purtroppo, non c'è ancora abbastanza ricerca scientifica per curare la stupidità. Abbiamo fatto molto per il cancro, ma non per la stupidità.
Studiate di più la stupidità per curarla in voi stessi e neutralizzarla negli altri.
Per impegnarsi a riconoscersi stupidi ci vuole molto coraggio. Questo ce l’hanno solo le persone intelligenti, o almeno sagge, come Socrate, il quale era pienamente consapevole di non sapere molte cose su sé stesso e sugli altri. Questa consapevolezza della propria ignoranza aiuta a non essere presuntuosi e stimola le persone a osservare meglio sé stessi, risorse e limiti, intelligenza e stupidità.
Perché ci vuole coraggio a riconoscere la propria stupidità?
Perché bisogna andare controcorrente, meglio, bisogna andare contro sé stessi. Perché? Perché cerchiamo continue conferme di avere ragione senza apportare delle prove alla nostra tesi. Dall'altra parte scartiamo subito tutte quelle informazioni che mettono in discussione le nostre convinzioni, per evitare la dissonanza cognitiva che ci fa stare molto male.
Quando siamo convinti di qualcosa e subito ci impegniamo a selezionare le informazioni che confermano le nostre referenze (ricerca di consonanza cognitiva) e a escludere, cestinare, e a ignorare fino a negare, tutte le informazioni che potrebbero contraddirci (dissonanza cognitiva). Quindi è molto difficile accettare di essere stupidi perché questo contrasta con l’immagine grandiosa che ci siamo costruiti: l'immagine di persone intelligenti, sveglie, capaci, esperte, dotate, speciali, uniche ed eccezionali. Di conseguenza, non possiamo demolire quest’immagine esaltata di noi stessi, quando l’abbiamo costruita durante lunghi anni, quando l’abbiamo difesa contro tutti gli attacchi, anche quelli veritieri, quando tutta la nostra cultura contemporanea occidentale ci spinge a dire che possiamo fare tutto, che possiamo diventare tutto ciò che vogliamo, che non ci sono limiti, che tutto è a nostra disposizione. Come possiamo ritenerci stupidi se abbiamo un’immagine gonfiata di noi stessi? Se siamo presuntuosi, vanitosi e narcisisti? È quasi impossibile. Per questo bisogna andare controcorrente. Bisogna andare contro sé stessi.
Ma c’è qualche vantaggio a riconoscere la propria stupidità?
Sì. Ci sono vari vantaggi. Eccone alcuni:
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La conoscenza di sé stessi. Riconoscendo la nostra stupidità, conosciamo meglio le nostre caratteristiche, sia i pregi e sia i difetti, sia le risorse e sia le lacune, sia i punti forti e sia i punti deboli. È una grande conquista.
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La percezione della inquietudine interna, detta “dissonanza cognitiva”. Ma è un vantaggio? Sì, perché invece di correre subito a raccontarci una bugia per non essere in crisi, accettiamo che la nostra immagine sia messa in discussione dalle altre informazioni che contraddicono la sopravvalutazione grandiosa di noi stessi. Tale inquietudine, che ci deriva dalla dissonanza cognitiva, cioè dallo squilibrio, oppure, dalla lotta tra due immagini di noi stessi: quella ideale, meglio, idealizzata ed esaltata, e quella reale, molto più debole fragile e lacunosa. Queste due immagini di noi stessi fanno a pugni. La parte idealizzata vuole prevalere e vuole atterrare e sconfiggere la parte più debole. Spesso ci riesce. La mette a tacere. La nasconde. La maschera. Ma non la può annullare. Se una parte vince nascondendo altre parti sgradevoli di noi, non si può avere una conoscenza completa di noi stessi.
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La consapevolezza di quando stiamo esibendo una maschera luminosa e sorridente per coprire le nostre ombre, lacune e deficienze. Vogliamo sembrare intelligenti e saggi, quando invece siamo stupidi e irrazionali. La maschera non corrisponde al nostro volto. Ma la consapevolezza della nostra stupidità ci avverte che stiamo “fingendo”. Quella che presentiamo a noi stessi e gli altri non corrisponde a quello che siamo.
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L'impegno a ridurre la nostra stupidità, apprendendo e praticando delle strategie per neutralizzarla. In questo libro descrivo molte strategie per diventare meno stupidi, o, se volete, per diventare più intelligenti. Ma io preferisco dire: “per diventare meno stupidi”.
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L'acquisizione di un atteggiamento umile. Sì, proprio così. La consapevolezza della nostra stupidità ci stimola a essere più umili. Attenzione però: non è una umiltà piacevole, ma è una umiltà che ci punzecchia, perché continuamente ci ricorda qualcosa di sgradevole. Che cosa? Ci ricorda la nostra fragilità. Ci rievoca la nostra piccolezza su questa terra e in questo universo. Ci fa riflettere sulla nostra morte. Ci presenta la transitorietà della nostra vita: in un momento ci siamo e in un momento dopo non ci siamo più. Questo pensiero è drammatico e angosciante e non ci vogliamo pensare, dimostrando ancora una volta quanto siamo stupidi. Se diventiamo persone umili, consapevoli e sagge, allora riusciamo a pensare alla morte e alla nostra morte. Platone diceva che uno dei compiti della filosofia era quello di prepararci a morire. Naturalmente, il compito della filosofia non era soltanto questo. Comprendeva anche questo. Sembra un suggerimento drammatico, tenebroso, scoraggiante. Lo è veramente. Questo consiglio filosofico ci è stato dato non per preparare il nostro funerale, ma per vivere intensamente fino all’ultimo giorno di vita. Ci è stato consegnato per invitarci a riflettere sul fatto incontestabile che la vita ha un limite, una fine invalicabile: siamo veramente stupidi se non ne teniamo conto. Quindi, chiediamoci: stiamo vivendo la vita così intensamente sapendo che essa ha un limite definitivo? Io ho i miei dubbi. Parlo per me. Mi ritengo molto stupido, perché mi dimentico spesso di questa visione. Ma mi ritengo abbastanza intelligente, quando ho chiaramente davanti ai miei occhi questa tremenda prospettiva, e mi impegno a vivere la vita come meglio posso facendo del bene a me stesso e agli altri.
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Un ultimo vantaggio di riconoscere la propria stupidità è quello che ci pungola a imparare continuamente. Oggi questo concetto di “Life Long Learning” ci suona familiare, ma non lo mettiamo in pratica, perché è impegnativo e pungente. Ma a me piace molto. Ho preso un impegno con me stesso: quello di imparare sempre qualcosa di nuovo e di difficile ogni giorno. È una sfida faticosa ma anche soddisfacente se riesco ad affrontarla quotidianamente. Mi piace il proverbio popolare, ripetuto spesso dai miei genitori, che dice: “Fino alla bara sempre si impara”. Me lo sono ripetuto molte volte. Mi ha fatto molta compagnia durante i miei percorsi di studio e di ricerca. Mi ha stimolato a continuare a imparare. Se uno volesse definirmi potrebbe considerarmi proprio come “una persona che ha voluto imparare qualcosa di nuovo tutti i giorni”. Questa definizione mi descrive abbastanza bene. Coglie perfettamente la mia motivazione, il mio entusiasmo vitale, la mia gioia di imparare, la mia fatica di imparare bene le cose complesse della vita. Perché continuo a imparare tutti i giorni? Semplice: perché mi sento stupido se non continuo a imparare. Quando un giorno è trascorso senza aver imparato niente, senza essere migliorato in niente, sento che è un giorno sprecato. Questa riflessione è simile a quella di Charlie Chaplin che diceva: “Una giornata senza un sorriso è una giornata sprecata”. Anche per me è lo stesso: una giornata senza aver imparato niente è una giornata sprecata.
In breve, lo scopo di questo libro è semplice: aiutarti a individuare la tua stupidità, offrirti varie strategie per neutralizzarla e collaborare a ridurre la stupidità degli altri. In che modo? Con la tua testimonianza a migliorarti ogni giorno.
Potresti chiedermi: che cosa posso fare per individuare la mia stupidità invece di quella degli altri?
Ecco alcuni suggerimenti, semplici nella teoria e difficilissimi nella pratica, su come individuare la tua stupidità invece di quella degli altri:
Sii consapevole dei tuoi pregiudizi. Tutti li abbiamo e influenzano la nostra percezione della realtà. È importante individuare i propri pregiudizi per poterli riconoscere e superarli. Quando ti accorgi di avere un'opinione rigida su un argomento, chiediti se sei veramente informato sul tema in discussione. Se non lo sei, cerca di approfondirlo prima di esprimere la tua opinione.
Sii aperto alle correzioni degli altri. Chiedi loro di darti un riscontro sui tuoi comportamenti e sulle tue idee. Il loro punto di vista può aiutarti a identificare gli errori e le lacune che non riesci a vedere o che non vuoi vedere. Quando qualcuno ti fa un'obiezione, ascoltala attentamente. Non respingerla subito, ma cerca di capire il suo punto di vista e di trovare la percentuale di verità che contiene e che può aiutarti a migliorare.
Sii disposto a modificare le tue idee o punti di vista quando è necessario. Non essere testardo o resistente a cambiare idea quando ti vengono presentate nuove informazioni o nuove prove. L'intelligenza è la capacità di imparare e di adattarsi a nuovi contesti. Quando ti accorgi di aver fatto un errore, ammettilo. Non cercare di giustificarti o di minimizzare l'errore.
Sii umile. Riconosci che non sai tutto e che puoi sempre imparare qualcosa di nuovo. L'umiltà è una qualità importante per l'apprendimento e la crescita. Una differenza tra le persone intelligenti e le persone stupide è che le persone intelligenti sono disposte ad imparare dagli errori e a crescere.
Se vuoi ricavare il massimo da questo libro, cerca di riferire ogni frase e ogni concetto alla tua esperienza e alla tua persona, chiedendoti: “E questo quanto mi tocca? Quanto mi riguarda? Quanto mi sta descrivendo?”. È molto facile dimenticare questo consiglio di autoriflessione. Ma ricorda che il libro parla proprio di te, di me, di noi. Solo uno stupido dice o pensa: “Io non sono stupido”. Solo uno stupido dice o pensa: “Io sono intelligente”.
La struttura del libro è semplice: 1. La definizione di stupidità. 2. Le caratteristiche della stupidità. 3. Le cause della stupidità. 4. Gli esempi di stupidità (ne riferisco oltre cento). 5. Le strategie per contrastare la propria stupidità e per difenderci da quella altrui.
Demolisci la tua stupidità per rendere il mondo un luogo migliore in cui vivere tutti con dignità e solidarietà.
INDICE
Presentazione
Introduzione
Indice
Capitolo 1
La Definizione di stupidità
1.1. Distinzione tra comportamento stupido e persona stupida.
1.2. Etimologia.
1.2.1. Etimologia di “Stupido”.
1.2.2. Etimologia di “Stolto”.
1.2.3. Etimologia di “Imbecille”.
1.2.4. Etimologia di “Idiota”.
1.2.5. Etimologia di “Sciocco”.
1.2.6. Etimologia di “Tonto”.
1.2.7. Il mito di Prometeo e di Epimeteo.
1.3. Storia del concetto di stupidità.
1.3.1. La stupidità nei racconti religiosi.
1.3.2. La stupidità nella mitologia greca.
1.3.3. Opere letterarie sulla stupidità.
1.3.4. Favole di Esopo.
1.3.5. Favole di Fedro.
1.3.6. Proverbi popolari sulla stupidità.
1.3.7. Alcune frasi stupide. 40
1.3.8. Commenti stupidi e intelligenti sulle reti sociali.
1.3.9. Analogie sulla stupidità.
1.4. Vari ambiti della stupidità.
1.4.1. La “stupidità morale”. 46
1.4.2. La stupidità interpersonale o relazionale.
1.4.3. La leadership stupida.
1.4.4. La stupidità in ambito politico.
1.4.5. La stupidità in ambito ideologico.
1.4.6. La stupidità in campo economico.
1.4.7. La stupidità in ambito religioso.
1.4.8. La stupidità del senso comune.
1.4.9. La stupidità delle sette laiche o religiose.
1.4.10. La stupidità nell'era digitale.
1.5. Alcune definizioni e classificazioni della stupidità.
1.5.1. La definizione di Bonhoeffer.
1.5.2 La definizione di Cipolla.
1.5.3. La definizione di Giancarlo Livraghi.
1.5.4. Le cinque leggi sulla “fine dell’intelligenza” secondo Pino Aprile.
1.5.5. La classificazione di Umberto Eco.
1.5.6. Le considerazioni di Sternberg e colleghi.
1.5.7. La teoria della dissonanza secondo Tavris e Aronson.
1.5.8. Lo “scemo del villaggio”.
1.5.9. Il giullare, il buffone di corte e il comico.
1.5.10. Lo “squilibrato affascinante”.
1.6. Alcune correlazioni statistiche sulla stupidità.
1.7. Bias e fallacie associate alla stupidità.
1.8. Definizione finale di stupidità.
Capitolo 2
Le cause della stupidità
2.1. Analfabetismo funzionale.
2.2. Anti-intellettualismo.
2.3. Apparenza. La ricerca dell’apparenza.
2.4. Autocontrollo. La mancanza di autocontrollo.
2.5. Auto-distruttività.
2.6. Autogiustificazione.
2.7. Autoinganno.
2.8. Auto-sabotaggio.
2.9. Avidità.
2.10. Bugie. Dire bugie per avere un vantaggio sugli altri o per proteggersi.
2.11. Casuale. Procedere in modo casuale.
2.12. Cecità sulla propria cecità.
2.13. Cecità verso sé stessi.
2.14. Certezza. Illusione di certezza.
2.15. Colpevolizzare gli altri.
2.16. Il rifiuto della complessità.
2.17. Complicare inutilmente le cose e non cercare soluzioni semplici.
2.18. Conferma. Il bias di conferma.
2.19. Creduloneria.
2.20. Deumanizzazione. La cancellazione dell’umanità dell’altro.
2.21. Discernimento. La mancanza di discernimento.
2.22. Dito. Puntare il dito contro gli altri.
2.23. Egoismo.
2.24. Emozioni. Ragionamento emozionale.
2.25. Errori. L’incapacità di imparare dagli errori.
2.26. Esperti. La svalutazione degli esperti.
2.27. Il fanatismo.
2.28. Fiducia mal riposta.
2.29. Fingere. Fingere di essere qualcuno che non si è.
2.30. Follia.
2.31. Fondamentalismo.
2.32. Fretta. Decisioni affrettate.
2.33. Gerarchia. L’incapacità di assegnare una gerarchia di importanza alle informazioni.
2.34. Gratificazione immediata.
2.35. Ignoranza.
2.36. Inadeguatezza delle soluzioni.
2.37. Incoerenza.
2.38. Indifferenza.
2.39. Individualismo esasperato.
2.40. Informazioni. Assenza di informazioni.
2.41. Ingenuità.
2.42. Invidia.
2.43. Invulnerabilità. L’illusione di invulnerabilità.
2.44. Irrazionalismo.
2.45. Irresponsabilità.
2.46. Libertà. Sacrificare o barattare la libertà per il benessere materiale.
2.47. Limiti. L’incapacità di accettare i propri limiti.
2.48. Logica. L’eccesso della logica argomentativa in situazioni di pericolo.
2.49. Minimizzazione. La minimizzazione dei comportamenti gravi.
2.50. Narcisismo.
2.51. Onnipotenza. L’illusione di onnipotenza.
2.52. Orgoglio.
2.53. Pavoneggiarsi.
2.54. Pensiero magico.
2.55. Pianificazione.
2.56. La sociopatia e la psicopatia.
2.57. Polarizzazione.
2.58. Prepotenti. Fidarsi dei prepotenti.
2.59. Previsione. La mancanza di previsione.
2.60. Presunzione.
2.61. Responsabilità. La fuga dalle responsabilità.
2.62. Ricchezza. Il desiderio insaziabile di ricchezza.
2.63. Rigidità mentale.
2.64. Ripetizione degli errori.
2.65. Scienza. La superbia scientifica e l’arroganza scientifica.
2.66. Scissione. La scissione della personalità.
2.67. Semplificazione. La semplificazione eccessiva.
2.68. Sicurezza. L’illusione di sicurezza.
2.69. Sopravvalutazione. La sopravvalutazione di sé.
2.70. Stra-sicurezza. La sicurezza eccessiva o stra-sicurezza.
2.71. Superbia.
2.72. Tempo. La mancanza di tempo.
2.73. Tribalismo. L’esaltazione della propria tribù.
2.74. Vanagloria.
2.75. Vanità.
2.76. Verità. L’incapacità di ascoltare la verità.
2.77. Vigliaccheria.
2.78. Visione globale delle varie cause della stupidità.
2.79. Le correlazioni più alte con la stupidità.
2.80. Le conseguenze dannose della stupidità.
Capitolo 3
Esempi di stupidità
3.1. Sputare al cielo.
3.2. La domestica che non sa leggere.
3.3. Gandhi e l'umanità accecata e sdentata.
3.4. “Chi scava la fossa ad altri dentro vi cade”.
3.5. L'uomo ricco e l'uomo intelligente.
3.6. Il pescatore che riposava sotto un albero.
3.7. La parabola del ricco stolto.
3.8. La parabola delle vergini stolte e delle vergini prudenti.
3.9. La nave affonda: “Chi se ne frega”.
3.10. Nerone che brucia Roma per farla più bella.
3.11. Il taglialegna che non si ferma per affilare la lama.
3.12. Il bambino con il secchiello e il mare.
3.13. La stupidità dell'attaccamento alle cose materiali.
3.14. Un cieco che guida un altro cieco.
3.15. Togli prima la trave dal tuo occhio.
3.16. L'asino di Buridano.
3.17. Davide commette adulterio con Betsabea e uccide suo marito Uria.
3.18. Il figlio prodigo, che spreca la sua eredità in una vita dissoluta.
3.19. Il servo che seppellisce il suo talento invece di usarlo.
3.20. L'uomo che costruisce la sua casa sulla sabbia, che è destinata a crollare.
3.21. L'uomo che comincia a costruire una torre e la lascia a metà
3.22. Un re che fa guerra a un altro re che ha un esercito doppio.
3.23. “Hic Rhodus hic salta”. “Qui è Rodi e qui salta”.
3.24. La commedia “Miles gloriosus” di Plauto.
3.25. Il “Webete”. Lo stupido da Web
3.26. Mussolini e l'Italia come “portaerei”.
3.27. Tagliare il ramo su cui si è seduti.
3.28. La relazione Guru-Follower.
3.29. La stupidità della Torre di Babele.
3.30. Creare e diffondere bufale o Fake News.
3.31. La stupidità dell'apparenza (“L'abito non fa il monaco”).
3.32. La favola delle due bisacce con pregi e difetti.
3.33. Il peccato originale è la stupidità non la superbia.
3.34. “Il venditore di almanacchi” di G. Leopardi.
3.35. “Il dialogo della Natura con un Islandese” di G. Leopardi.
3.36. Non discutere con uno stupido.
3.37. Don Chisciotte e la lotta contro i mulini a vento.
3.38. Il re è nudo.
3.39. La cattura delle scimmie.
3.40. Le lenticchie e i potenti.
3.41. La vita è sogno.
3.42. Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi.
3.43. Il naso di Pinocchio.
3.44. Parlare senza aver pensato.
3.45. Il ladro al succo di limone.
3.46. La stupidità di Ulisse.
3.47. La dimenticanza di Teseo.
3.48. Morire per un “Selfie”.
3.49. La stupidità di Napoleone nell'invasione della Russia nel 1812.
3.50. La stupidità a Chernobyl nel 1986.
3.51. La stupidità ecologica denunciata da Greta Thunberg.
3.52. La stupidità dei tiranni. Platone a Siracusa.
3.53. La stupidità delle persone intelligenti.
3.54. La stupidità in vetrina. L'esposizione della stupidità nelle reti sociali.
3.55. Uso stupido e uso intelligente dell'Intelligenza Artificiale (IA).
3.56. Aspettando Godot.
3.57. Le sette come forma di stupidità organizzata.
3.58. Le teorie complottiste e cospirazioniste.
3.59. Inconsapevolezza dei propri bias e fallacie.
3.60. Lasciarsi trascinare dagli impulsi.
3.61. Credere nei cattivi maestri.
3.62. Arrampicarsi sugli specchi.
3.63. La legge non ammette ignoranza.
3.64. Il tassista e gli insulti di un automobilista.
3.65. Il padre, il bambino e l'asino o la stupidità della compiacenza.
3.66. La stupidità nella politica o gli stupidi al potere.
3.67. Il mito dell'anello di Gige.
3.68. Il rifiuto di ascoltare le persone esperte e sagge.
3.69. Il pastore che grida “Al Lupo. Al Lupo”.
3.70. La “società glauconiana” dell'apparenza e della prepotenza.
3.71. Il rapimento di Elena e la guerra di Troia.
3.72. La firma senza lettera.
3.73. Voler imparare tutta l'Enciclopedia Britannica.
3.74. La ricerca di ammirazione.
3.75. I ciechi e l'elefante.
3.76. Il fraintendimento dei gesti.
3.77. Il corvo e la volpe.
3.78. Il gioco del telefono senza fili.
3.79. I biscotti di Korzybski.
3.80. Il chirurgo e il dito succhiato.
3.81. Il dottor Ignaz Semmelweis.
3.82. La mappa non è il territorio.
3.83. “Prendere fischi per fiaschi”.
3.84. La fiducia cieca nel salto.
3.85. Il biglietto della lotteria.
3.86. “Credo in Dio: Lui verrà a salvarmi”.
3.87. Due ubriachi e la luna.
3.88. La mosca e la carrozza.
3.89. L’asino flautista.
3.90. La lattaia e i castelli in aria.
3.91. “Prendere lucciole per lanterne”.
3.92. La pietra e l'illusione della realtà.
3.93. La setta e la profezia fallita della fine del mondo.
3.94. “È falso ma ci credo”.
3.95. L'uomo caduto nel fosso.
3.96. La tazza di tè.
3.97. Il miele e lo sterco.
3.98. Il nonno con il Parkinson che mangiava da solo e il nipotino.
3.99. Il re dai piedi sensibili.
3.100. Cinque cuccioli di cane.
3.101. Il bambino e le stelle marine.
3.102. La guerra come “igiene del mondo”.
3.103. Il principe e l'anello.
3.104. Il baratto del diritto di primogenitura con un piatto di lenticchie.
3.105. L'uovo di Colombo.
3.106. Allora Marx disse: “Non sono marxista”.
3.107. La stupidità degli ingenui.
3.108. I due cani e la lepre.
3.109. La stupidità del sociopatico e dello psicopatico.
3.110. Il mito di Cassandra.
3.111. La stupidità del bandito o delinquente.
3.112. Il generale e il figlio disertore.
3.113. Le chiavi perdute ma cercate nel luogo sbagliato.
3.114. Le false recensioni sul ristorante inesistente.
3.115. Tutto, subito e senza sforzo.
3.116. La falsa moneta e la vittoria.
3.117. La creduloneria.
3.118. La rana e lo scorpione.
3.119. “Questa non è una cazzata, ma un reato”.
3.120. I venditori di fumo.
3.121. “Il capo ha sempre ragione”.
3.122. “Mussolini ha fatto anche cose buone”.
3.123. Cortigiani, adulatori e lecchini dei potenti.
3.124. Charlot nel film “Tempi moderni”.
3.125. Ipazia di Alessandria.
3.126. Michele Serveto.
3.127. Il caso di Jean Calas.
3.128. La “servitù volontaria”.
3.129. La “banalità del male”.
3.130. Conclusione
Capitolo 4
Questionari sulla stupidità e sulla saggezza
4.1. Questionario sulla stupidità.
4.2. Questionario sulla saggezza.
4.3. Questionario sull’autoritarismo, sul dispotismo e tirannia.
4.4. Questionario sulla “leadership di servizio”.
Capitolo 5
Strategie per non essere stupidi
5.1. L’autoconsapevolezza continua.
5.2. I tre setacci.
5.3. L’autovalutazione quotidiana del comportamento intelligente e stupido.
5.4. Lista di domande per autovalutare la propria stupidità.
5.5. La lista dei propri limiti
5.6. Un modello di persona intelligente.
5.7. Il “Life-long learning”. Apprendere per tutta la vita.
5.8. L’esame di coscienza quotidiano.
5.9. La previsione: “Chi prevede provvede”.
5.10. Imparare dagli errori.
5.11. Auto-rimproverarsi con decisione ma anche gentilezza.
5.12. Esercitazione: “Sono stato stupido quando...”.
5.13. La fragilità umana.
5.14. L’umiltà conoscitiva contro il perfezionismo e l'illusione di superiorità.
5.15. Considerare il contesto.
5.16. Reggere l'incertezza.
5.17. “Memento mori”. “Ricordati che devi morire”.
5.18. La potenza del vero dialogo.
5.19. Il riconoscimento della propria ignoranza: “So di non sapere”.
5.20. “Se sei scemo stattene a casa tua”.
5.21. Istruzione e educazione.
5.22. La consapevolezza dei bias e fallacie.
5.23. Le strategie del pensiero critico.
5.24. Il “problem solving”.
5.25. L’empatia e l’etica.
5.26. La visione d’insieme.
5.27. Praticare l'autocritica.
5.28. L’integrazione della personalità.
5.29. Coltivare la propria intelligenza.
5.30. Prevedere le copie di “backup”.
5.31. Diario metacognitivo sulla propria stupidità quotidiana.
5.32. La modestia.
5.33. L’elogio della lentezza.
5.34. “Affilare l’ascia”.
5.35. La lettura.
5.36. Il “falsificazionismo” di Karl Popper.
5.37. La comunicazione non-ostile.
Capitolo 6
Strategie per difendersi dalla stupidità degli altri
6.1. Individuare gli stupidi.
6.2. Stoppare le discussione con gli stupidi.
6.3. Stabilire dei limiti quando si discute con gli stupidi.
6.4. Reggere il confronto con gli stupidi.
6.5. Studia il diritto per far valere i tuoi diritti.
6.6. Studiare le varie fallacie per controbattere le false argomentazioni degli stupidi.
6.7. Descrivi le persone stupide che conosci.
6.8. Individua la stupidità diffusa nella vita quotidiana.
6.9. Promuovi la tolleranza.
6.10. Visione di insieme sulle varie strategie anti-stupidità.
Capitolo 7
Domande di approfondimento sulla stupidità
7.1. Perché facciamo le cose sbagliate anche se sappiamo che sono sbagliate?
7.2. Quali sono i vantaggi della stupidità?
7.3. È meglio essere intelligenti o essere stupidi? È meglio capire o non capire?
7.4. Si può essere intelligenti e fare scelte stupide?
7.5. C’è differenza tra “fare lo stupido” ed “essere stupido"?
7.6. Qual è la differenza tra ignoranza e stupidità? Si può essere ignoranti senza essere stupidi?
7.7. L'Intelligenza Artificiale è stupida?
7.8. Utilizzando l'intelligenza artificiale rischiamo di diminuire l'intelligenza reale umana?
7.9. La vittoria di “Deep Blue” contro Gasparov è la vittoria della stupidità digitale?
7.10. È vero che sentirsi stupidi ci fa sentire bene?
7.11. Sono più stupidi gli uomini o le donne?
7.12. Perché ridiamo della stupidaggine degli altri?
7.13. Una persona intelligente può diventare stupida?
7.14. Può uno stupido essere creativo?
7.15. La stupidità è una caratteristica stabile o temporanea?
7.16. Pentimento e rimorso negli stupidi e intelligenti.
7.17. Qual è la relazione tra reputazione sociale e stupidità?
7.18. È vero che sono le stupidaggini e sciocchezze che fanno cambiare direzione alla vita?
7.19. Qual è la differenza tra un errore e una sciocchezza?
7.20. Perché si dice che “il riso abbonda nella bocca degli stolti”.
7.21. Perché Socrate diceva di “non sapere nulla”?
7.22. Perché è così difficile dire agli altri: “Questo non lo so”?
7.23. In che modo il potere rende stupidi?
7.24. Quali sono le caratteristiche della stupidità del potere?
7.25. Ma esiste o no un potere intelligente?
7.26. Si può parlare di stupidità della burocrazia?
7.27. La guerra è un esempio di stupidità?
7.28. Si può misurare la stupidità?
7.29. C’è qualcuno che ha fatto l’elogio della stupidità?
7.30. La stupidità si può mascherare da intelligenza?
7.31. Il contrario di stupidità è intelligenza o saggezza?
7.32. Perché si parla di “mente acuta” e “mente ottusa”?
7.33. Le reti sociali hanno amplificato la stupidità?
7.34. Chi sono i “fabbricanti di stupidità?”.
7.35. Il comico, il buffone e il giullare godono di libertà assoluta?
7.36. La musica e la bellezza possono essere un antidoto alla stupidità?
7.37. È davvero possibile demolire la propria stupidità o è un'illusione?
7.38. Una persona che demolisce la propria stupidità demolisce anche la stupidità altrui?
7.39. Il potere oggi appartiene alla conoscenza o all’ignoranza?
7.40. In una società di stupidi la democrazia è a rischio?
7.41. Allora gli stupidi sono una forza storica?
7.42. La lotta alla stupidità è solo un affare personale o una responsabilità sociale?
7.43. Qual è la sua definizione di stupidità?
Conclusione
Bibliografia
Autore - Curriculum
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